venerdì 21 ottobre 2011

I capocannonieri della Serie A: GUNNAR NORDAHL


Gunnar Nordhal nasce il 19 ottobre 1921 in un sobborgo di Hornefors, piccola cittadina svedese; nella squadra del suo paese comincia a calciare i primi palloni, arrivando, a 16 anni, nel pieno clima di terrore nazional-socialista proveniente dalla Germania, a giocare in prima squadra nella D3 svedese.
La sua media gol è impressionante: il giovanissimo Gunnar, pompiere di giorno e calciatore di sera, segna a raffica, mettendo in ridicolo i suoi compagni ed anche i suoi numerosi fratelli, grazie al talento purissimo che dimostra quando tocca la palla.
Fino ai 19 anni, nell'Hornefors, totalizza 68 gol in 41 incontri; il dato giunge agli occhi dei dirigenti della mediocre squadra del Degerfors, che lo ingaggiano e lo impiegano da titolare. Nella sua prima stagione, trascina la squadra al secondo posto della Serie A svedese, grazie a 15 reti. Fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale fa in tempo a segnare 56 gol in 77 incontri, prima di trasferirsi con grande gioia all'IFK Norrkoping, con cui, in quattro anni, segna 87 centri in 85 gare.
Comincia ad affermarsi come uno dei più forti attaccanti d'Europa, vincendo anche 4 titoli di Svezia, conditi da 4 titoli svedesi di capocannoniere e un oro olimpico a Londra 1948.
Nel gennaio 1949 la svolta: mister Bigogno lo vuole al Milan, e la dirigenza lo acquista. Nei primi mesi segna 16 gol in 15 presenze.
Nel giugno 1949 arriva Lajos Czeizler sulla panchina del Milan, ed è l'occasione della sua vita: vengono, infatti, acquistati i suoi compagni della nazionale svedese Nils Liedholm e Gunnar Gren, ed insieme, da lì in poi, formeranno il trio delle meraviglie Gre-No-Li, che permetterà al Milan di vincere due scudetti e una Coppa Latina. In più, il suo palmarés si amplia con 5 titoli di capocannoniere in Serie A, frutto di 210 reti in 257 presenze.
Nordhal diviene ben presto capitano del "Diavolo", grazie alla sua correttezza e alla sua etica morale; inoltre, tecnicamente è un centravanti spietato e assetato di gol, vero e proprio prototipo del moderno attaccante.
Anche con la Nazionale svedese segna a raffica: 43 reti in 33 incontri, divenendo capocannoniere del Torneo Olimpico di Londra '48.
Nel 1956 passa alla Roma, dove rimane per un paio d'anni, ricoprendo anche la carica di allenatore.
Attualmente, è l'attaccante che detiene la media gol più alta della Serie A: 0,77 reti a presenza (tra coloro che hanno raggiunto quota 100 reti).
Dopo il ritiro dal calcio agonistico, va a vivere in Sardegna, ad Alghero, dove muore nel settembre del 1995.


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